Maledetta musica
che mi riempie di senso di
pochezza,
di desiderio di espansione,
ansia di tranquillità
e finalmente di accettazione
di me.
Mi commuove sentirmi
poco amato da me,
ed invisibili e secche lacrime
rigano e bruciano il mio viso.
Quale annichilimento mi provoca
la mia poca stima!
Non capisco, eppure io non
mi odio!
O forse mi manca la percezione
di me,
il toccarmi, il sentirmi,
l’accarezzarmi, il piacermi .
La mia mente
tenta costantemente di
rubare gli occhi al mio corpo,
lasciandolo nell’oscurità
ad ascoltare questa
dolcissima maledetta musica,
ed umiliarlo.
Per favore strumenti a fiato,
che mi rinfrancano e
mi fan volare libero nel cielo
in una plastica elasticità,
datemi,
non violoncelli che producono
la dolce agonia del niente.
Edinburgh marzo 1988
Ciro Gallo