Han pausa le tue parole
interrotte dalla fatica
del tuo respirare,
eppure ancora compongono te
nonostante si asciughi il tuo corpo
fino a scomparire.
Pallidi gli occhi
in orbite semmai più chiare
che più non li contengono,
insieme ancora per ventura.
Aspirano le narici
da cannule un po’
di aria che si oppone
all’uscir della vita.
E cerco ancor di capire
perché tu vada via,
così presto, così presto!
piu’ di quanto il
mio forzato positivismo
avesse previsto.
Pesanti i tuoi piedi
e stanchi e scanditi
i tuoi passi,
veloci verso la tua
perpetua partenza.
Non meta avrà il tuo viaggio
perché qui
inizia e finisce,
nello stesso istante.
Ora ti immagino freddo
come tanti che io ho visto
e mi iludo, parlandoti,
di spingere indietro
Il tuo poco tempo.
A Paolo.
Milano 18 ottobre 2013
Ciro Gallo