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Banditori

26 Aprile 2020

Passavano, ancora quando io ero bambino, banditori, forniti di una specie di tronco di cono metallico cavo,  con uno slargo alla estremità più stretta  da appoggiare alla bocca,  che usavano, antesignano del moderno megafono, per amplificare la voce. Avvisavano la cittadinanza dell’arrivo di merci,  degli spettacoli in piazza e soprattutto della messa all’incanto della roba pignorata. Erano uomini del popolo, poveri, che sbarcavano il lunario prestandosi ai committenti  per pochi soldi. Da sempre gli stessi nella sorte, i nipoti , i pronipoti dei banditori che,  nei secoli passati, annunciavano “bandivano” le disposizioni delle autorità . Con voce stentorea andavano per le strade, di piazza in piazza, richiedevano e attraevano l’attenzione delle persone. Leggevano e all’occorrenza spiegavano gli editti.

Oggi non ci sono più banditori ma giornalisti televisivi, leggono e commentano gli editti ma non li spiegano. Si fanno cassa di risonanza del potere di turno. Allora ho deciso di trasformarmi io in un banditore.

Mi è sembrato  conveniente, ricordando gli editti, indirizzati alle popolazioni meridionali, durante il risorgimento e gli inizi del regno d’Italia e finiti tutti con repressioni e massacri, riportare le ultime possibili attuali disposizioni in dialetto siciliano.

Di seguito viene riportato  l’editto in originale con a  fianco  la traduzione del testo.

Ciro Gallo

Editto

 

 

Sintiti sintiti sintiti

arriva l’edittu du generali Colau:

Cu avi jatti surici e vecchi li tinissi intra.

Cun chissu edittu s’annulla u precedenti

ch’ cunsiderava l’anziani attivi

e li facia travagghiari finu a settanta anni

e cu vulia puru ottanta, novanta.

È consentitu sulu affacciarisi fora

e se bonu vistutu stari supra u barcuni

quannu l’autri dormunu.

Non si facissiru a viriri pena la

chiusura perpetua ‘nta na stanza.

È consentitu puru, in via eccezionali

cu a maschera e senza farisi accorgiri e scupriri l’età

mettersi o suli ‘nta l’uri chiù cauri

ma senza ombrelloni.

Si fa richiesta autrusì e si sarebbi grati

se facissiru u piaciri di scioghisi e liverisi ‘ntornu

cusì di livari l’incomodu, murennu tutti a na vota,

sullivannu l’umanità di stu castigu di Diu

e l’autri vivissimu  felici e cuntenti

finu a prossima vota

quannu vecchi fussiru considirati

chiddi sulla  cinquantina.

Pi chissu prossimu edittu

si penserà a tempu dovutu

 

Poesia speranzosa

Svegliati speranzosa Zelia

perché il giorno è in attesa

ed un sole materno

riscalda e lenisce il tuo animo

il fruscio degli alberi

ti darà riposo

e la fragranza dei fiori

gioia al tuo cammino.

Svegliati Zelia

speranzosa

Astor Piazzolla

suona

il suo bandaneon.

26 Ottobre 2020

Ciro Gallo