Dubbi ha
la vera cultura
della verità
sicura invece è
l’ignoranza
sicurissima
la semi ignoranza
15 marzo 2025
Ciro Gallo
Dubbi ha
la vera cultura
della verità
sicura invece è
l’ignoranza
sicurissima
la semi ignoranza
15 marzo 2025
Ciro Gallo
[16 Marzo 2025]
Io do
non chiedo indietro
neanche il riconoscere
del mio dare
solo forse dell’atto
che lo ha spinto
non in credito mi sento
quando do,
sarebbe un prestito
ad usura.
6 marzo 2025
Ciro Gallo
[12 Marzo 2025]
Non fare come
con le tue fobie
che tieni mascherate
e celi
non devi nascondere
il tuo innamoramento
niente toglie,
accresce.
6 marzo 2025
Ciro Gallo
[12 Marzo 2025]
Chiuso io sto
in un perenne tempo
senza variazioni
vivo e mi fondo
con l’ impalpabile nulla
mai io esco
soprattutto oggi che
in anticipo ti manifesti
primavera
ed il tuo calore
un tempo felice
crudele mi confronta
con la mancanza
del trasporto dell’Eros
inspiegabile ragione
io mi chiedo
sempre io ho odiato
l’autunno
a te ora guardo con
nostalgico risentimento
5 marzo 2025
Ciro Gallo
[8 Marzo 2025]
Nel presente negato
desiderio dell’Eros
adolescente pena
d’amor io mi invento
Vedo
non più tu mi ami
lontano fai trasportare
dal vento non curante
i miei pensieri
non armonia ha ormai
per te ciò che scrivo
soavi dicevi prima
le mie parole leggere di
affanni le sentivi
in un oblio, momentanea
assenza del dolore,
grata penetravi il mio
sguardo che con occhi
riconoscenti il tuo amore
viveva
non più io ti sono presente.
Questo amore ora
io invento perché non
più uno nei ricordi
ne ritrovo.
24 febbraio 2025
Ciro Gallo
[7 Marzo 2025]
Chissà dove va a finire quando il pavimento viene pulito.
Costante. Tutte le mattine ritorna.
La guardo, gira sulle piastrelle, si muove. A caso?
Esplora.
Esplora?!
Cerca. Come posso dire se cerca e cosa cerca?
Passa, si mimetizza nella scanalatura tra i mattoni. Dall’uno all’altro.
Si allontana. La seguo attento con lo sguardo. Forse si è accorta di me. Incurante prosegue il suo girare. Non sa che io la spio, che penso di essa, che mi chiedo, che impegno il mio logos, che organizzo linguaggi per capire cosa stia facendo, perché e se c’è una ragione.
Ragione?!
Chissà se nei movimenti a tentativi della sua testa c’è un vedere oltre la vista.
Chissà cosa è quello che io definisco suo istinto. Se c’è un calcolo, una pianificazione, al di là del tenersi in vita.
Confronto il mio logos col suo “qualcosa”. Valuto l’organizzazione che con i suoi simili mette in atto. L’utilità, la compartecipazione. Penso agli effetti del nostro pensare, ai suoi risultati, alle prepotenze, alle prevaricazioni, alle violenze.
Resto perplesso.
Ma perché è sempre sola e compare e scompare?
Sorpresa. Oggi sono in due. È la prima volta. Forse si danno il cambio ora l’una ora l’altra ed io non le distinguo.
Le formiche sono tutte uguali ed hanno lo stesso modo di muoversi e girare. Gli uomini no, sono diversi, hanno aspetti differenti e sono dotati di intelletto, per questo fanno così tanto danno.
Questa mattina non c’è. Eppure il pavimento non è stato ancora lavato!
E se io un giorno piuttosto che guardarla, spiarla, studiarla, interrogarmi, la schiacciassi sotto il mio piede? Niente sarebbe successo?!
Non ha un logos, non è l’eccezione.
5 Marzo 2025
Ciro Gallo
[6 Marzo 2025]
Quel momento
io non temo
solo mi dispera
il non saper della
mia mente e quali
i miei pensieri se, in
quegli ultimi istanti
e soprattutto il non
poterli raccontare
nemmeno a me
nessuna attività
elettrica potrà rivelarli
e starò in quegli attimi
ancora più scisso,
il mio essere e
quello che dall’esterno
mi avete costruito, triste
perché non potrò
continuare a cercare
di conciliarli, poi
resterà solo quello
vostro immobile
e senza respiro e
le mani potranno
impossessarsi di quel
corpo che avete
sempre voluto docile
e malleabile, mi piegherete
al momentaneo dolore,
al pianto e all’ipocrisia
finalmente libera dal
mio impedimento
ora mi avrete creato
come sempre avevate
voluto senza più un me
per questo vorrei sparire
niente lasciando dietro.
3 marzo 2025
Ciro Gallo
[4 Marzo 2025]
Anni sono ormai
che io non vedo
l’acetosella inondare
i campi di giallo
senza colori lasciando
i miei ricordi, che mite
un mare la primavera
accoglie ed io non vedo,
sgargiante il suono
delle trombe dei giudei
variopinti di salti e giubbe
lontanissimo ora io sento
solo nella nostalgia dei pensieri
non più da tempo commuovon,
me non credente, il Crocefisso
e l’Addolorata cercante
per le strade di S. Fratello
per il Venerdì Santo
1 marzo 2025
Ciro Gallo
[2 Marzo 2025]
Aveva un cordoncino legato appena sopra l’ombelico. Dovevo spostarlo tutte le volte che gli palpavo l’addome. Non so cosa significasse. Reticente, mai aveva voluto darmi una spiegazione esauriente. Aveva forse paura di essere frainteso. Dopo le prime volte ho smesso di chiederlo.
Il calore era insopportabile, umida la notte di Piano Cottone, gli ulivi mossi solo da una impercettibile brezza. La finestra aperta. Mi ero appena addormentato.
Di soprassalto. Afferro il telefonino e rispondo. Impaurito. Sempre quando squilla di notte lo sono. Così era stato per mio padre.
It’s me, Alex.
Alex?!
Aveva litigato per l’ennesimo volta con la moglie.
At four o ‘clock in the morning?!
Mi chiamava spesso quando aveva problemi. Ero diventato non il suo medico ma il suo riferimento in un paese che la”bontà” occidentale gli voleva per forza far vestire.
Alex era del Ghana. Africano di Accra, che amava il villaggio dove era nato. Viveva intensamente la sua cultura che gli altri, quelli che vogliono “salvarli” non capiscono. Colonialisti per umanità.
Federica l’aveva portato in Italia. Lo aveva sposato, innamorata di quella immagine che le storie della parrocchia sui bambini africani le avevano fatto interiorizzare. Amare per salvare.
Inquieto, triste, improvvisamente Alex cadeva. Più volte. Per questo era finito in ospedale. Niente ero riuscito a trovare come causa di quelle apoplessie. Niente spiegava le sue perdite di coscienza, neanche, all’inizio non notata, l’eterozigosi per la emoglobina S. Mai aveva avuto crisi dolorose, né ischemie cerebrali.
Parlava Alex con me, gli serviva parlare ed a me sentirlo per capire. Non voleva stare in Italia. Per un periodo di separazione era andato in Germania. Costruiva strumenti musicali. Poi era tornato non per riconoscenza ma per non provocare dispiacere. Sensibile al dolore dell’altra. Non aveva pensato al suo star male.
Sempre pensiamo di essere noi i sensibili verso chi vive in paesi a bassa economia. Nel nostro immaginario li consideriamo vittime, enti metafisici perfetti, quindi sterilizzati, privi di sentimenti, anche di quelli negativi.
Scomparso è Alex. Ho cercato di rintracciarlo per curiosità professionale e soprattutto di uomo. Invano. È rimasto solo il cordoncino, il fisico magro ed il suo volto sperduto ed interrogante. Sarà senz’altro tornato al suo villaggio, dove quell’intreccio di corda significa qualcosa ed egli parla un linguaggio interiore che gli altri capiscono.
Tanto Federica lo aveva amato, sfidando il razzismo di questo paese. Ma l’Alex di Federica non era del Ghana, apparteneva alla di lei nazione mentale, quella universale, piena di immacolati personaggi immaginari, oggetti della nostra benevolenza. Questo avvertiva Alex, l’essere amato non in quanto uomo di un paese e cultura diversi, ma come un impegno morale. Una specie di buona azione da spendere poi al mercato della coscienza o dell’aldilà.
Giulia, ora in pensione, si da molto da fare. Da una mano come medico al Naga, collabora con l’Opera san Francesco, è impegnata nel sociale. Studia anche l’arabo.
Come me Giulia è mediterranea e si sente legata ai popoli del sud-est di quel mare. E come me ama i Palestinesi.
La ho invitata alla presentazione di un libro contro la guerra. Quella di Israele contro la Palestina. Ho pensato che le potesse essere utile per capire. Mi ha risposto che non poteva, a quell’ora aveva lezione di arabo che non poteva perdere.
Perplesso mi sono chiesto:”ma i palestinesi non parlano arabo? Non hanno tra l’altro origine araba? Ma quale l’utilità di imparare la lingua di un popolo trascurando di partecipare alla discussione sul dramma di quello stesso popolo?
Sinceramente Giulia ama i palestinesi. Allo stesso modo Federica amava Alex.
Parlo di Giulia e di Federica, avrei potuto parlare di quel meraviglioso personaggio che è stato Rino, che si era portato dietro una ragazza senegalese liberandola con il prezzo di una lavatrice.
28 febbraio 2025.
Ciro Gallo
[28 Febbraio 2025]
Cancellate ed afone
sono le parole
perché nessuno le vorrà udire.
Non servono più gli
idiomi del pensiero
né proiezioni verso
una universalità condivisa.
Dammi forbici
per mozzarmi la lingua,
ed eroina da strada
per offuscare la mente.
A brandelli strappami,
con cesoie arrugginite,
la coscienza ,
perché è triste
vivere l’immoralità
dei giorni.
A noi atei
non resta che dio!
3-marzo 1999.
Ciro Gallo
[27 Febbraio 2025]