Lusso

18 Luglio 2025

Tu pirla

ti permetti il lusso

del desiderio di morire

mentre io mi sottopongo

a chemioterapia e

alla umiliazione di

nausea ed oncologi?!

Hai ragione Franco

ma la depressione

è una brutta compagna

e spesso l’istinto di

morte non risponde

a farmaci e ad arma alcuna

e completamente vinto

si abbandona e pone

fine.

25 giugno 2025

Ciro Gallo

 

[18 Luglio 2025]


Moltitudine

17 Luglio 2025

Sappi

Minerva

quanto una persona

possa far moltitudine

e la sua assenza

estrema la solitudine

e quella sei tu

la tua presenza

ci riempie e

ci ripaga.

 

Al mio dolcissimo amore

17 luglio 2025

Ciro Gallo

 

[17 Luglio 2025]


Colonne

Temerario

ho aperto le porte 

della mente

ed ho percorso la luce

della pazzia.

Impaurito me ne sono 

ritratto

tornando nell’oscurità.

1-febbraio-2003

Ciro Gallo

 

[17 Luglio 2025]


A proposito di determinatio

16 Luglio 2025

“Bella la poesia… ti spiazza in questo gioco di opposizioni visibile-invisibile, finito-infinito per poi mettere in discussione l’afferrabilità della totalità.”

Zenia Simonella

 

Una possibile ( libera ) parafrasi ermeneutica :

Il mio corpo  ospita ( è abitato da ? ) una  alterità infinita invisibile.

Il me finito visibile (determinatio ) è limite/impedimento ( velo di nascondimento )

alla visibilità dell’infinito ( verità=disvelamento ) perchè costretto (necessitas) al proprio limite da una illusione di totalità.

Ciro Reitano

15 luglio 2025

Rifugiarsi nel determinismo è rassicurante. Non credo che alcuno abbia il coraggio di conoscere veramente l’infinito, che deve restare un desiderio, un miraggio inconsistente.

Edo Fesce

18 luglio 2025

Ciro Gallo

 

[16 Luglio 2025]


Determinatio

15 Luglio 2025

Omnis determinatio

est negatio( B.  Spinoza)

 

Pensa per me

di notte la

mia insonnia

Cosa oltre di me,

cosa rinchiude

il mio corpo?

il finito visibile

limita è impedimento

alla visibilità

dell’infinito

costringe

il visibile con la sua

illusione di totalità

Grazie a  Ciro Reitano per discuterne

15 luglio 2025

Ciro Gallo

 

[15 Luglio 2025]


Adatta dimora

14 Luglio 2025

Non ho viaggiato

fino a questo mercato

per vendere la mia dignità,

qui sono giunto alla ricerca

di un posto,

perché è più conveniente

morire che vivere,

ma fango io vedo

e non mi resta

che cercar ancora

una adatta dimora.

1995

Ciro Gallo

 

[14 Luglio 2025]


Mare

8 Luglio 2025

Questo carnume

sciattume

sudiciume

sudati tedeschi

vaganti con occhi

spenti dal caldo,

e  privi d’armonia

corpi anneriti d’inchiostro

sporcati da una

subcultura anglosassone

questo è il mare diventato

contrasta con l’acqua

cristallina rinfrescante

di quando io nuotavo

ed il sole bruciava alto

il lontano orizzonte

e al tramonto placato

leggero ti portava

lo sguardo oltre

l’ultima riga di cielo

e ti invitava negli

infiniti orizzonti

l’un dall’altro nascenti.

8 luglio 2025

A Edo, so che questo condivide

Ciro Gallo

 

[8 Luglio 2025]


IL VENTAGLIO

1 Luglio 2025

 

Ora ci sono, al tempo no, anche se avrebbero dovuto esserci.

 

“Niguarda era un feudo della DC e, a scopo elettorale, ogni tanto ci facevano ricoverare pazienti borderline tra il sociale e lo psichiatrico, bisognava,   dicevano, chiudere gli occhi.”

Umberto Scaccabarozzi

 

Quest’altro quando diventato feudo di CL

 

Finalmente è settembre un po’ di refrigerio!

Ogni anno è così da lustri. Ed ogni anno qualcuno ci dice che è stata l’estate, l’agosto più caldo. Quest’anno è colpa dell’ozono.

E così, come sempre, qualche autorità ci ha ancora invitato ad essere indulgenti, comprensivi con gli anziani, di chiudere un occhio e ricoverarli anche se non avevano grosse patologie. E noi ligi e rispettosi  abbiamo riempito i reparti di gente sola, di pensionati abbandonati e dimenticati dalle istituzioni e ci siamo convinti di aver fatto qualcosa di buono, di utile. E poi bastato fare una visita ai reparti di medicina e ci siamo trovati con stanze infernalmente calde ed umide, piene di degenti sudati, trafelati, boccheggianti, a cui si somministrava ogni ben di dio di farmaci, ma ai quali non si dava da bere. Così qualcuno è andato in insufficienza renale e qualche altro ha rischiato di morire per disidratazione e per il troppo calore .

Ogni anno è così ed ogni anno ci si riempie di  buoni propositi di condizionamento dell’aria. Ma i condizionatori non arrivano mai, e non crediamo che sia per paura della legionella pneumophila!

All’ospedale in crisi economica non chiediamo climatizzatori o anche ventilatori ma un semplice ventaglio per paziente

costa poco e fa molto chic.

 

Liberi Medici Niguarda 1999-2000

 

Ciro Gallo

 

[1 Luglio 2025]


Gli idioti

27 Giugno 2025

Non so se fosse, nella semi oscurità della stanza non riuscivo a distinguerlo. Non so se fosse una mosca, una formica o un moscerino.

Saliva di fretta, senza pause lungo il vetro smerigliato della finestra. Arrivava ad un punto. Sempre lo stesso. Si fermava di scatto e poi di schianto scompariva, precipitato in basso.

Risaliva. Sempre allo stesso modo. Sempre lo stesso percorso. Dritto, mai deviato. Fino allo stesso punto. E zac! Giù.

Ricominciava e ricominciava e continuava. Come un idiota.

Irritato da quella idiozia ho avuto l’istinto di spiaccicarlo sul vetro. Lo ho represso! Ho pensato è un idiota innocuo, per giunta non dotato di logos, perché sopprimerlo? Considera quanti idioti ci sono forniti di logos, che vivono molesti nella loro completa idiozia. Non è che tu vai in giro e li ammazzi?! Facciamolo vivere, che disturbo mi dà? Non sarei io un idiota a sopprimerlo?

Lo ho lasciato lì sul vetro.  Continua ad andare su e cascare giù dallo stesso punto. Imperterrito nella sua compulsiva, non dannosa idiozia.

27 giugno 2025

Ciro Gallo

 

[27 Giugno 2025]


Gli oncologi non vanno in paradiso

24 Giugno 2025

Dovesse succedermi o quando mi succederà mi asterrò. Mi affiderò solo alle mie mani. Almeno così ora mi dico.

Grande era l’apparecchio. La chiesa madre tutta addobbata. Fiori ad ogni angolo. Tutta piena di gente. Già dal sagrato si udivano i canti. Tre preti officianti, con paramenti dorati. Otto chierichetti con la tonachina blu e la mantellina gialla. Tutti compunti. Il parroco preso dalla sua parte, recitata benissimo. Chi serviva, la faccia di circostanza. Il sacrista quasi piangente, effetto della mancia di prima  e di quella di poi. Tutta un’atmosfera estatica, celestiale. Risuonavano le navate. Era una messa cantata. Tanto cantata! Era per un morto ricco. Avevano creato un anteprima del paradiso, anticipando quell’altro. Come se il morto fosse già beato. Tutti lo credevano. Solo i diavoli lo conoscevano ed ora nel viaggio verso l’inferno se lo disputavano.

Cono era uomo di chiesa, da sempre lo era stato. Religioso, non perdeva una messa e non perché, povero e senza lavoro, non avesse niente da fare . Ci credeva, ci credeva proprio. Faceva tutti i lavori più umili nella parrocchia. Spostare i banchi? C’era Cono. Togliere la polvere ai candelabri? C’era Cono. Salire sul piedistallo per levare dalla testa della statua la cacca di qualche uccello infiltrato? Cono! Mai si lamentava.

E fu il tempo che Cono morì. Qualche giorno dopo il ricco. Visti i suoi meriti, tutti si aspettavano esequie degne. Presto al mattino fu detta  la messa funebre. Tanto presto che pochissimi fedeli c’erano ad evidenziare quanto la chiesa fosse spoglia. Solo il catafalco con la bara di latta e legno grezzo risaltava in mezzo al corridoio. Un prete assonnato, un paramento liso, biascicava le giaculatorie. Nessun inserviente. Il sagrestano assente.

Preso a coraggio un amico di Cono si avvicinò all’altare, salì i gradini e, credendo fare cosa giusta come ricompensa ai servigi  resi da Cono, chiese al prete :” Padre gliela diciamo cantata la messa a Cono?”. Stupito quello lo squadrò e con uno sguardo venale gli rispose :” Soldi ne hai? No?! E allora fesso non lo sai che senza spartito non suona la banda e senza denari non si canta messa!”

Mestamente, con  solo un requiem aeternam, Cono fu portato al cimitero. Della sua anima niente si sa. Anche gli angeli se lo erano scordato.

Dovesse succedermi mi metterei solo nelle mie mani.Fortemente lo spero.

X non poteva più permetterselo, l’assicurazione gli aveva alzato enormemente il premio. Aveva dovuto desistere. Prima tutti erano concentrati sulla sua malattia. Infermiere linde, carine, cortesi, comprese nel ruolo. Il caffè, le brioche, i giornali, la televisione. I medici col camice bianco bianchissimo,  il sorriso compiacente, le mani sollecite anche se sudate. Cantavano messa. Pensava :” mi prendono sul serio, han cura”. Era fiducioso e tranquillo, speranzoso. ” Vuoi che tutto questo apparato e questa attenzione non possa sconfiggere il mio tumore?!

Ora era diventato un ammalato pubblico del servizio sanitario nazionale. Niente caffè, giornali, Tv. Lunghe attese noiose. Solo qualche infermiera a volte gentile a cui chiedere qualche lume. Sempre medici diversi. Un tempo limitato 15/20 minuti e via. Non puoi chiedere niente, discutere, valutare terapie. Niente di niente. In mano ad un altro che quasi mai di te si ricorda. Nella completa solitudine. Un dentro e fuori. Una fabbrica.

Gli era venuto in mente il film di Elio Petri. ” Lulù era uno stakanovista. Aveva ritmi forsennati di lavoro. Sfornava continuamente bulloni. Un bullone dopo un bullone dopo un bullone. Fin quando perse un dito. Fu allora che capì di essere uno sfruttato e che la compiacenza dei superiori niente aveva a che fare con la benevolenza. Era solo interesse perché lo additavano agli altri come modello di operaio. Prese coscienza”.

Non avvertono i medici in generale, gli oncologi, quelli costretti a turni senz’anima in ambulatorio. Non avvertono la loro alienazione. Attribuiscono il loro burnout ad altro e cronicizzano la loro freddezza, il loro distacco dall’ammalato. Non avvertono il loro servilismo istituzionalizzato.

I medici del SSN, gli oncologi, anche se proletarizzati non sono come la classe operaia di Petri. Non prendono coscienza, “non vanno in paradiso!”

E per gli ammalati normali così come per Cono, niente messa cantata.

23 giugno 2025

Ciro Gallo

 

[24 Giugno 2025]