Il suono della tromba
aveva partorito una farfalla
che stava ad ascoltare
a piedi nudi nel parco.
Le note scoppiettavano
inseguite dagli applausi,
sfioravano il terreno
i suoi veli
e delicato il suo corpo
usciva dalle vesti.
Il sole di maggio
rubato ai grattacieli
riscaldava il cerchio dei musici,
ci coinvolgeva l’allegria degli ottoni.
I sax rauchi ci accarezzavano
sensualmente la pelle
liberata ad un sudore primaverile.
Caldo.
La voce vibrava e
rincorreva i sax e le trombe
e con loro si intrecciava
in un costrutto di baci
ed armonia. Ancora
applausi, grida e fischi.
Ballavano i suoi piedi
bianchi, sembravano
volare leggeri
su tappeti di foglie.
Trasparente il suo abito
avvolgeva un desiderio
diafano ed incorporeo.
I fiati duettavano fra loro
prendendosi in giro ,
le nostre risa facevano corteo.
Mi ricordo solo dei musici
e di un corpo irreale
di ricca newyorkese
in una società di ipernutriti.
New York giugno 1983
Ciro Gallo