Autismo.
Su un letto-altare
immoti sacrificali,
uno accanto all’altra.
Unica percezione è
il polpaccio sudato
sulla caviglia.
Inarticolati suoni pronunciamo,
non significanti.
Impenetrabili siamo al significato.
Sola comunicazione è
il discorso tronco del pensiero.
Domande che cancellano già le risposte,
spiegazioni a quesiti oscurati dal tempo,
slegate dai momenti contingenti di desiderio di vita,
giustificanti l’essere ed il disagio
provocato da cause imprecise, fugaci,
riguardanti l’impercettibile
immanente altro che ci condiziona.
11-8-1998
Meccanico è il nostro parlare
e fittizio ogni interlocutore
né affetto ci muove,
iterativi tentativi di
espulsione dell’introiettato
e fuga ritorno nell’introspezione
alla ricerca di un linguaggio
che escluda l’esterno
perché nato nella solitudine
del buio e dell’acquitrino.
Unico legame la costrizione
di un cordone ombelicale.
21- 10-98
Dissolto è il nostro
dire nel silenzio.
Accettar la nostra
Afasia.
Non cercar artifici di linguaggi,
arzigogoli , barocchi costrutti
ed esitar nella disartria del nesso
di un estraneo comunicare.
Non ci culla più la nenia
dei suoni primitivi
del pensiero
dell’io esclusivo e totalizzante.
4-11-98
Non è questo il linguaggio
se risposta non muove
il nostro fare
ed il reale da esso creato
è paura e desiderio
di morte.
Nel silenzio dell’io è
l’universale.
7-11-98
Nel rumore delle parole
I nostri silenzi,
impenetrabili, là
è la nostra conoscenza,
un io che vive
con sembianze esteriori
che poco gli rassomigliano.
Automatico è il nostro vivere,
senza sguardo
passiamo interminabilmente
l’uno accanto all’altro,
insensibili i nostri contatti,
inespressivi ed incapaci
di penetrazione.
Insopportabile il peso
di un unico pensiero
e la paura dell’altro
allontana.
Avvitati sull’angoscia
del sé
impossibile è il comprendere
ed il comunicare.
1-5-2000
Doloroso
si impone il silenzio,
struggenti di significato
sono i frammenti dei pensieri
che mi confido.
Mi insidiano le parole
monche del mio
solitario comunicare,
spingono per sfuggire di mano
a me che le trattengo
con la stessa forza
del desiderio di liberarle.
Vomitar con esse
l’assurdo
e finalmente risuonar
vuoti.
22-23-febbraio 2001
Con il vento
volano le tue parole
portandosi via
i granelli di polvere
che compongono
i tuoi pensieri.
Nuda e deserta
è la tua mente
infelice il tuo
manifestarsi.
C. Gallo 15\ 6/ 2002