Linguaggio

18 Gennaio 2025

Autismo.

Su un letto-altare

immoti sacrificali,

uno accanto all’altra.

Unica percezione è

il polpaccio sudato

sulla caviglia.

Inarticolati suoni pronunciamo,

non significanti.

Impenetrabili siamo al significato.

Sola comunicazione è

il discorso tronco del pensiero.

Domande che cancellano già le risposte,

spiegazioni a quesiti oscurati dal tempo,

slegate dai momenti contingenti di desiderio di vita,

giustificanti l’essere ed il disagio

provocato da cause imprecise, fugaci,

riguardanti l’impercettibile

immanente altro che ci condiziona.

                                                  11-8-1998

Meccanico è il nostro parlare

e fittizio ogni interlocutore

né affetto ci muove,

iterativi tentativi di 

espulsione dell’introiettato

e fuga ritorno nell’introspezione

alla ricerca di un linguaggio

che escluda l’esterno

perché nato nella solitudine

del buio e dell’acquitrino.

Unico legame la costrizione

di un cordone ombelicale.

                                 21- 10-98

Dissolto è il nostro

dire nel silenzio.

Accettar la nostra 

Afasia.

Non cercar artifici di linguaggi,

arzigogoli , barocchi costrutti

ed esitar nella disartria del nesso

di un estraneo comunicare.

Non ci culla più la nenia

dei suoni primitivi

del pensiero

dell’io esclusivo e totalizzante.

                                  4-11-98

Non è questo il linguaggio

se risposta non muove

il nostro fare

ed il reale da esso creato

è paura e desiderio

di morte.

Nel silenzio dell’io è

l’universale.

                             7-11-98

Nel rumore delle parole

I nostri silenzi,

impenetrabili, là 

è la nostra conoscenza,

un io che vive

con sembianze esteriori

che poco gli rassomigliano.

Automatico è il nostro vivere,

senza sguardo

passiamo interminabilmente

l’uno accanto all’altro, 

insensibili i nostri contatti, 

inespressivi ed incapaci

di penetrazione.

Insopportabile il peso

di un unico pensiero

e la paura dell’altro

allontana.

Avvitati sull’angoscia

del sé

impossibile è il comprendere

ed il comunicare.

                                   1-5-2000

Doloroso

si impone il silenzio,

struggenti di significato

sono i frammenti dei pensieri

che mi confido.

Mi insidiano le parole

monche del mio

solitario comunicare,

spingono per sfuggire di mano

a me che le trattengo

con la stessa forza 

del desiderio di liberarle.

Vomitar con esse

l’assurdo

e finalmente risuonar

vuoti.

22-23-febbraio 2001

Con il vento 

volano le tue parole 

portandosi via 

i granelli di polvere 

che compongono 

i tuoi pensieri. 

Nuda e deserta 

è la tua mente 

infelice il tuo 

manifestarsi. 

C. Gallo 15\ 6/ 2002