Sugherita.
Da te ho tratto
il calcio delle ossa
e la sabbia dell’impasto
del mio corpo
con i tuoi uccelli
mi sono alzato
verso il monte
alla ricerca del suono
del flauto le cui note
guidavano l’ipnosi
del volo a scoprire
che quell’incanto
era la melodia
della montagna
appresa dai pastori
che nel tempo
l’avevano abitata,
sorprese, smettevano,
del mio planar
in quel cielo, il loro
ciaular le ciaule
e mute guardavano
l’intruso
poi veloce tornavo
verso il mare
e mi perdevo
all’orizzonte nella
mia incerta migrazione.
28 settembre 2021
Ciro Gallo