Zeus, il dio mercato governante su tutta la terra, era venuto a vedere come gli uomini se la passassero. Arrivò in un paese in cui regnava la tristezza, la paura del domani, in cui alcuni mettevano insieme un grano di frumento con un altro grano con estrema difficoltà, nonostante lavorassero sodo e la loro povertà non migliorasse, anzi peggiorasse di giorno in giorno. Di converso pochi godevano dei sacrifici dei molti. Con un pò di disagio, quasi a volersi togliere un fastidio, si rivolse ad uno di loro che si ammazzava di fatica, e cosi’ lo apostrofò:” Io sono Zeus, tutte le cose sono in mio potere. Chiedimi quello che vuoi ed io ti esaudirò.Sappi però che per tutto ciò che tu mi chiederai lo stesso farò con i ricchi, ma doppiamente.” L’uomo si asciugò il sudore, si morse il labbro e con sottile odio gli disse:”Cavami un occhio!”
Ciro Gallo
Libera traduzione di un racconto popolare riportato in Les Philofables di Michel Piquemal.
[Piquemal Michel (2010) Les Philofables. Paris: Hachette]