Anziani

27 Marzo 2021

La portella dei Gallo era posta in un rilievo, alla confluenza di tre strade. Via Buglio scendeva da nord ovest, Porta sottana, saliva da nord est e Terranova che andava a sud-est, rettilinea, lunga. Asfaltata con mattonelle lisce, lasciava scivolare la pioggia nelle giornate piovose e odorava di bitume in quelle calde. Le panchine erano di ferro, poste a fianco delle porte con inferriate dei catoi. Scale esterne di mattoni rossi e rosi dal tempo si inerpicavano in ballatoi posti a più piani. In uno di questi si aprivano la porta e le finestre della società dei pastori. La fontana di Cardiddi scorreva rumorosa, incurante. Nei mesi rigidi d’inverno faceva il cannolo, per la gioia di noi bambini. Ancora ho la sensazione del freddo sui denti e dello scivolar del ghiaccio in bocca. Il tabacchino della Giannetta odorava di tabacco da fiuto e sigari. La corriera si fermava d’avanti. Caricava e scaricava i passeggeri e qualche studente. A testa bassa  e carichi passavano gli asini. Le mule impertinenti con il loro cavaliere. Al mattino presto e a sera era un brulichio. Durante il giorno un deserto. Le finestre chiuse, il rumore del martello che batteva sull’incudine, l’odore del lardo arrostito sul fuoco. Di primavera, come da lontano proveniva il profumo del verde dell’erba del monte dei santi. Invadeva il paese. La portella risplendeva luminosa. Come resuscitati i vecchi, ancora lo scialle sulle spalle, la coppola calcata sulla testa, qualcuno appoggiandosi incerto al bastone, facevano lunga fila seduti sulle panchine. Il sole faceva brillare la barba bianca ispida di due giorni, imperlando di odore di umano i volti. Seduti scambiavano poche parole, quasi assorti, attenti a catturare gli attimi della vita nei particolari, anche quelli, per noi, insignificanti.  Si aggrappavano all’esistenza. Rubavano tutto il possibili con lo sguardo, con ogni senso. Riscaldavano le ossa  godendo del tepore prima della morte. Passavo e li guardavo con sentimento di angoscia. Mi vedevo seduto tra loro. Mi riscaldavo però al loro calore. Passo ora in un reparto per anziani e li vedo allineati tutti in carrozzine, accanto alle porte delle loro stanze anonime , silenziosi, con lo sguardo fisso ad aspettar la morte senza neanche il conforto del sole. 

Primavera 2008

Ciro Gallo