Non la conoscevo, non l’avevo mai vista. Giravano e girano in casa il nome e la influenza di colei che è stata causa di un maleBene per la mia evoluzione di uomo. Colpito nelle mie contraddizioni, anche se io mai mi sono riconosciuto depositario di un potere. “Colpevole” solo di appartenere ad un genere. Accusato per la generalità dell’appartenenza. Confuse le mie perplessità ed il mio disagio in essa, quindi sommerse e ritenute non esserci. Non degne di una considerazione, persino di un aiuto. Sì, perché alcuni di noi per non soccombere nella contraddizione (nel “potere”) di capire ed essere solidali con l’altra, dell’altra hanno bisogno. Altrimenti è “sparare” sul vicino che si disarma.
La ho vista, “sanguigna”, alla Casa della Cultura, commemorare la Rossanda usando parole chiare ed efficaci, come quelle di oggi sul confinamento, tentativo di confisca della libertà degli anziani, con l’ipocrita presunzione di salvaguardare la loro vita. Fatta da chi avrebbe dovuto e potuto preparare il proprio territorio ed il paese alla nuova insorgenza dei contagi. Sarebbe bastato fare una banale inferenza, porsi una minima domanda e chiedersi, alla risalita dei contagi in Francia e Spagna :”che cosa differenzia noi da spagnoli e francesi, simili nel comportamento, nella struttura sociale ed in quella economica?” Ecco l’economia, la produttività come valore prioritario. Giusta attenzione, ma che sia equivalente a quella per la salute e per la vita. O si può sacrificare quella di qualcuno perché ha vissuto abbastanza ed è reputato improduttivo?! Ma poi, parlando di anziani, di che tipo di produttività si parla? Solo di quella monetaria? Quanto essi producono ancora direttamente, dal punto di vista banalmente del denaro, e indirettamente, sovvenzionando figli e nipoti, lavorando nelle loro case, facendoli risparmiare e assestandone i conti, e quanto da quello sociale e culturale!
Considerarli improduttivi è solo il pensiero di un sistema economico rapace e di qualche suo avvocato, neanche tanto intelligente.
Ciro Gallo