Quanti di calore

18 Agosto 2020

Difficile accettarlo. Almeno per la mia mente. Un elettrone esiste soltanto se in qualche modo interagisce con qualcosa. La semplificazione di questo curioso pezzetto della meccanica quantistica è quasi puerile, me ne scuso … ma comunque incredibile. Almeno per le mie limitate capacità di comprensione. 

Eppure mi sembra così evidente che ciò che non capisco per il minuscolo sia indubitabile per il tutto: l’universo esiste soltanto se può essere percepito. 

Possiamo ipotizzare o immaginare infiniti altri universi, ma se non sono percepibili di fatto non esistono. In altre parole non è accettabile una esistenza oggettiva, se non in qualche modo percepita, anche soltanto da leggi matematiche.

Ne consegue che la morte dell’individuo è la morte di un universo? 

Già, ma divago. 

Sono partito dall’elettrone, che, come l’universo, esisterebbe soltanto se “percepito”. E se vale per l’immenso, perché non per il minuscolo?

Non ho capito nulla? Sono comunque contento così. Così posso accettare che questo stupido elettrone si comporti in modo irrazionale. 

Sto nei miei limiti e continuo a leggere. Chissà. Forse prima o poi capisco qualcosa. 

 

Se tu temi di divagare io mi limito soltanto a quello  e scrivo solo di ciò che penso, ed è anche questo relazionale. Esistono infatti i miei pensieri perchè interagiscono tra loro, anche se nessuno li vede, come i tuoi universi Edo. Questi ultimi esistono in quanto pensati, perché in relazione con noi e quindi tra loro. Quello che non capisco, io che sto leggendo le stesse “Sette brevi lezioni di Fisica”di Carlo Rovelli è come il calore possa determinare il tempo. Facile mi vien da pensare, non oso usare capire, che il freddo definisce la morte, cioè il non tempo.

Edoardo Fesce. Ciro Gallo