Figli di.

22 Luglio 2013

Più o meno abbiamo la stessa età, io appena più’ giovane di qualche anno.

Girava per i locali del pronto soccorso, dove lavoravamo, con un camice lindo, bianco quasi immacolato, con appuntato al petto lo stemma rosso di Solidarnosc. Era appena tornato dall’Uganda. Là  quasi tutti i chirurghi cattolici vanno per farsi, “solidaristicamente”, la mano.

Egli era uno che  non nascondeva,  anzi esibiva le sue idee, direi le sue convinzioni a priori. Non ammetteva discussioni. Quelli come lui hanno verità che gli “vengono direttamente dall’Alto”. Però ci si poteva chiacchierare. Accettava  l’ironia sulle sue posizioni.

Era un bravo chirurgo, provvisto di una “sana”grande ambizione. Ricordo che quando andò via per un primariato periferico disse: “tornerò qui come primario!” E così è avvenuto. Non gli è stato difficile, al netto di tutto, vista la sua militanza.

Cattolico ma non bigotto, di tanto in tanto, in camera operatoria, così riferivano, tirava giù i santi dall’altare,   facendo scendere dal cielo persino la Madonna nera di Czestochowa!

Credeva e crede molto in sé, a volte quasi con l’aria dell’impunito, sfidando la o fidando nella incapacità di opposizioni parolaie ed inconcludenti.

Ineccepibile nella capacità chirurgica. Solo due cose gli si possono rimproverare. Il suo spiccato egocentrismo che gli ha impedito di creare una scuola, che  potesse restare dopo di lui, e la dimensione provinciale del suo agire. Nessun risvolto internazionale, padrone solo dell’orto dietro casa! In più,  con pregiudizio assoluto, ha “emarginato”, tenuto fuori dalla camera operatoria chirurghi, che a sua sensazione, aveva giudicato incapaci. Non ha mai amato le persone che non dimostrassero aggressività, a parte quelli del suo movimento. Non gli erano simili.

Il nostro ha un figlio,  serio, interessato sinceramente al paziente, per niente aggressivo. Tra i pochi giovani medici  non costretti a disamorarsi di questa nostra professione.

Spero che adesso che il genitore lascia, per raggiunti limiti di età, perdendo la “protezione” il ragazzo non trovi  un primario che,  non amando i medici poco aggressivi, lo “emargini”,  facendogli condividere il destino delle tante “vittime” del padre.

Ma questo non accadrà, al di là del suo merito, perché di CL, ancora molto forte negli ospedali, e soprattutto perché figlio di.

Succederà come per tutti i pargoli di prof. On. Sen. primari e don.

La crisi è solo per i giovani figli di nessuno, anche se meritevoli.

Ciro Gallo