Morti senza sepoltura

12 Marzo 2013

Per anni non ho più preso in mano un libro di Sartre. Uno come me, con un non risolto esistenzialismo del proprio vivere, dovrebbe stare alla larga da queste letture.

Ma non sono le letture, non è Sartre a condizionare, a rendere la vita angosciante, ma gli avvenimenti del tuo quotidiano. La vita che ti sfugge,  che è gestita da altri. Da gente che decide di te senza conoscerti, che, dall’ “alto” delle sue concezioni, spesso pre-giudiziali, suffragate da una falsa, o da una non cultura, da soluzioni. Teoriche, universali, applicabili nei mondi del loro immaginario.

Questo compreso, cercando di capire il mio disagio, da poco mi sono riaccostato a Sartre. Solo alla lettura del teatro però.

Gran parte dei suoi drammi sono legati alla resistenza, quella dell’uomo contro le “prepotenze” e contraddizioni della coscienza, propria, degli emissari di Dio e di Dio stesso, e quella della lotta contro il nazifascismo.

Esiste in ognuno di noi la presunzione della concezione di un  “Bene Supremo” e dell’agire di conseguenza. Un bene superiore, metafisico, che però vogliamo attuare nel nostro mondo reale. Pretendiamo di adattarlo, farlo per forza stare nello spazio ristretto del vivere. Eliminiamo o nascondiamo le inevitabili contraddizioni. Sacrifichiamo persino gli uomini che stanno “lottando” con noi. Li consideriamo morti anche se vivi. Facciamo scomparire le loro sofferenze ai nostri occhi, perchè non ci turbino nel nostro “sacro” progetto. “Morti senza sepoltura”.

Nessuno di noi è esente da questo distruttivo afflato. Alcuni di noi nel doppio ruolo di attori e vittime, di giudici e condannati. Qualcuno però,  per propria naturale predisposizione o per acquisita cultura,  è stato ed è sempre giudice. Condanna, in nome di un ideale supremo, uomini a scomparire, li scotomizza. Per questo si costruisce una figura di alto profilo, di uomo sopra le parti, di moralità intangibile. Si consente di “negare” la democrazia di un voto immediato per il bene superiore e di dare incarichi funzionali al “Mercato”, perchè nella sua mente i due sono corrispondenti. Anche adesso, sotto una, solo apparente, neutralità, non prodiga alcuno sforzo per un governo politico, ma cerca, con ogni sofisticazione, di incaricare ancora un altro rappresentante di quella politica finanziaria che ha reso tanti uomini,”morti senza sepoltura” e di cui anche le forze di sinistra parlano mal volentieri.

Ciro Gallo