Archivi: Marzo 2013

Buona Pasqua Presidente Napolitano!

31 Marzo 2013

Eccoci al redde rationem. Presenti poi Napolitano a noi il “suo governo” ( cito le parole profetiche di Ciro ). Eravamo in attesa, pieni di timorosa curiosità, ma, ancora una volta, il Presidente ci ha saputo spiazzare. Il “suo” governo è sempre lo stesso, nonostante gli schiaffi inflitti a noi poveri mortali e le figure barbine rimediate in campo nazionale ( Fornero ) ed internazionale ( Terzi di Sant’Agata marchese di Palazzolo, conte di Restenau, conte, barone, cavaliere del Sacro Romano Impero, signore di Sant’Agata e nobile di Bergamo ). Poi non una, ma due commissioni di saggi che “ presentino in Parlamento un programma chiaro e condiviso dalla popolazione, che è il primo soggetto, affidi la gestione a ministri, alte personalità, competenti. Nessun politico dentro …”ancora parole in parte profetiche, ma con la differenza che il presidente del consiglio in pectore è stato rottamato. Il risultato sarà una ulteriore perdita di tempo, che consentirà a partiti ormai completamente deleggitimati, di proseguire imperterriti i loro balletti elettorali, lontani anni luce dal paese reale. Allora continuo a chiedermi se, invece di occuparsi delle beghe interne di partito, non sarebbe stato meglio fare in modo di vincere davvero elezioni apparentemente non in discussione ed invece risultate poi avvelenate. Adesso avremmo un governo, una maggioranza stabile, il Presidente potrebbe passare tranquillo gli ultimi mesi del suo travagliato mandato, Monti potrebbe tornare a insegnare, che è ciò che sa fare e Fornero e Terzi ( mi scuso se ometto i fantozziani titoli annessi ) tornare nell’ombra che loro compete.

Sans Atout

L’americana

28 Marzo 2013

L’Americana è una strana gara ciclistica su pista. Si parte in gruppo e dopo uno o due giri cominciano le eliminazioni: l’ultimo che passa sul traguardo viene eliminato e gli altri proseguono. Ad ogni giro si elimina l’ultimo e così fino a che, all’ultimo giro, restano soltanto in due, che si disputano la vittoria allo sprint.

Quella fu un’Americana molto particolare. Un’Americana a tappe, su strada. Dovettero apportare qualche modifica al regolamento, ma la cosa sembrò funzionare bene, almeno per le prime tappe: ogni giorno veniva effettuata una tappa, breve per la verità e l’ultimo arrivato veniva eliminato e non poteva più presentarsi alla tappa successiva. Alla fine rimasero in tre. Il favorito era senz’altro Selpiddi, generoso rappresentante di una gloriosa scuola ciclistica, capace di sfornare campioni di ogni genere, dal vecchio Picci ai più recenti e meno noti Della Quercia ed Olivares ed all’incompiuto Della Mancina. Selpiddi era accreditato di tempi di gran lunga migliori degli altri, ma l’esperienza a volte unita a una condotta di gara non esemplare di Libera, inatteso outsider esploso dopo il ritiro di Democri, Sociali e poi di Italiano ed Alleanza e la freschezza atletica del sorprendente esordiente Astrocinque avrebbero dovuto indurre alla prudenza. Non fu così e Selpiddi partì subito all’attacco, nell’intento di fiaccare rapidamente le resistenze degli avversari. Fu una corsa a perdifiato, senza risparmio di energie e senza alcun calcolo tattico, né rispetto per il valore degli avversari. Pensava a una cavalcata trionfale che avrebbe alla fine sancito una superiorità che non poteva essere messa in dubbio. Ma aveva fatto i conti senza l’oste. Libera non volle cedere il passo senza lottare ed anzi, con un paio di scorrettezze al limite del regolamento riuscì a costringere Selpiddi a lottare sino alla fine, mentre Astrocinque restava tranquillamente alla finestra, senza spendere soverchie energie e si riservava di intervenire nel finale, con una volata ad effetto. Sull’ultima curva Selpiddi sembrò finalmente fiaccare la resistenza di Libera e Astrocinque era pronto a scattare, quando Libera, con una ulteriore scorrettezza, causò la caduta di tutti e tre i contendenti, costringendo la giuria ad intervenire per riesaminare l’andamento della corsa.

L’attesa era per la definitiva squalifica di Libera, ma la decisione tardava ad arrivare. Nessuno poteva credere a un verdetto diverso, ma invece, inopinatamente ( qualcuno ipotizzò persino la corruzione! ), la giuria decise per la ripetizione della gara, scatenando le ire di coloro che si ritenevano ingiustamente danneggiati. Non ci fu nulla da fare. Il verdetto era definitivo ed i tre contendenti si riportarono ai nastri di partenza.

Selpiddi, livido, stanco ed acciaccato, non trovò di meglio che sfogare la sua rabbia scattando subito al comando e pedalando a tutta forza, nuovamente incurante del dispendio di energie. Libera, altrettanto stanco, ma consapevole del fatto che correva “gratis” si mise a ruota, lasciando fare, in attesa di un prevedibile calo del battistrada. E Astrocinque? Gli sembrava di sognare. Pedalava rilassato, in attesa del finale…

Sans atout

Battiato e le troie

27 Marzo 2013

“Una quantità  di parole che usiamo  di continuo, e crediamo perciò di comprendere in tutto il loro significato, sono in realtà chiare fino in fondo soltanto per pochi privilegiati”(Frederic De Castillon).

Ci sono di converso parole che hanno perso il loro significato originale , acquistandone uno traslato, metaforico. Alla fine le usiamo senza alcun riferimento alla lettera. Tale è l’uso di certe parolacce e/o imprecazioni.

In fine ci sono parole che letteralmente o in senso figurato hanno acquisito un valore omnicomprensivo. E questo è il caso delle “troie di Battiato”.

Non capiamo la sorpresa e l’indignazione. E’ palese che il termine , in senso lato, si riferisse sia agli uomini sia alle donne. Forse avrebbe fatto meglio a parlare di porci. Si sarebbe però persa la  sfumatura del vendersi, del meretricio . Avrebbe forse o senz’altro acquisito la connotazione di chi, volgare, fa i suoi porci comodi. Perchè stupirsi? In parlamento ce ne sono un buon numero di questi : uomini e donne. L ‘istituto e la sede sono sacri, non purtroppo tutti i suoi frequentatori!

Perchè dunque scandalizzarsi della parola piuttosto che della sostanza?

Ciro Gall0

D’Alema, Rondolino e Boccia

24 Marzo 2013

Lo so forse non sarebbe il caso di parlarne oggi. Ma non ci si può sempre concentrare su Napolitano, come politico dannoso alla sinistra, o sui suoi seguaci nel PD, che vogliono far fallire il tentativo di Bersani di formare un governo!?!

Me lo ricordo D’ Alema, l’ anno in cui era segretario della FIGC ed era venuto a Milano a parlare al Lirico. Eravamo in 35, compresi due fuori quota.

Non è che la sua carriera sia stata una di quelle di un politico senza qualità. Anzi. Nella desolazione intellettuale in cui è piombato il PD e la sinistra italiana, noi, “cocciuti militanti”, abbiamo guardato a lui con speranza.

Ma la carriera/capacità di Massimo D’alema è una di quelle che rimangono sospese, a mezz’aria. Una impossibilità a progredire, a spiccare il volo. Un volare sempre a media altezza. Qualche impennata  ci aveva  illuso ( ancora di recente ingannati dalla brillantezza del suo argomentare). Nonostante il suo governo ci avesse lasciato molto perplessi. A dispetto di tutto abbiamo continuato a sperare. Quando è andato negli Stati Uniti abbiamo pensato :”Vedrai, frequenterà le università americane, studierà e tornerà avendo acquisito una caratura da politico internazionale”. Dopo 3 Mesi è stato di ritorno. Gli erano bastati!

Con volo ondulatorio la sua carriera è andata avanti, senza più spikes però, ma con episodici nadir, come l’aver nominato suo think-tank Fabrizio Rondolino, ora più noto per un suo romanzo porno e per le sue posizioni di destra, ed il supporto dato a Boccia contro Vendola. A si’, Boccia, oggi fresco sposo della De Girolamo, donna del PDL di Berlusconi. In Italia non c’è distinzione tra destra e sinistra!

Dovendo essere le posizioni politiche lo specchio dell’ideale di vita, che punto di incontro ci potrà essere tra i due ? Il letto! L’uomo è animale , il sesso annienta le differenze!

Quanto a D’Alema siamo grati che non si sia più ricandidato. A quando il voto del silenzio e della rinuncia ai consigli politici?! Si ritiri nello studio e rifletta. Noi attendiamo speranzosi, non Renzi però, nè tanto meno gente come Veltroni!

Ciro Gallo

Rottura.

21 Marzo 2013

Niente sarà più come prima, dopo questo presidente della repubblica, il cui decisionismo, la gestione in prima persona, non ha avuto mai pari. Non le picconate psicopatolgiche ed un pò volgari di Cossiga, ma una sofisticata, “gentile”, “civile” ma martellante azione di un convincimento, radicato in una elaborazione “ideologica” maturata in decenni. Dal migliorismo alla scelta del mercato.  Notaio e fautore della morte della politica. Altro che essere svegliato da Grillo. Napolitano è vigilissimo nella fissità e stereotipia del suo intento. Grillo e gran parte degli eletti del M5S possono solo far uso della loro cafona maleducazione, invidia del primo leghismo!  “Re Giorgio” ha in mente il “governo del presidente”. Un altro “suo” governo. Un governo Monti sine Monti. D’accordissimo con i mercati, di cui egli si fa portavoce insieme a tanti altri artefici di una politica di destra. Da buon “democristiano”  o ex comunista , avvezzo alle manfrine e agli sgambetti di partito, darà l’incarico a Bersani, ma talmente condizionato da farlo fallire. Cosi’ riuscirà a creare un secondo danno alla gente comune e alla sinistra italiana in toto, anche quella del PD. Il primo lo ha arrecato non acconsentendo a mandarci alle elezioni , subito dopo la caduta del governo Berlusconi. Apparentemente per paura di un avanzamento dei grillini!?!?!!!

Oggi non è più il momento delle tattiche. Bersani ed il PD siano di rottura, se non vogliono morire di tatticismi. Li hanno usati per un anno, appoggiando il governo Monti. Hanno fatto passare, nell’attesa di un loro governo a venire (sic!), leggi che hanno impoverito le persone, disorientato la gente di sinistra e  provocato danni economici e morali. Ricordo Bersani sulle pensioni : “se ne può parlare….68, 70 anni”. Lo sapeva  o no ciò che avrebbe procurato alla gente , che sarebbe dovuto andare in pensione di li a qualche mese e che aveva programmato la propria vita? Aveva pensato ai nati nel  ’52? Aveva avuto la capacità di prevedere il fenomeno degli esodati?….. Nessuna parola neanche in campagna elettorale, solo: ” il nostro popolo ha sofferto certe nostre scelte”. Non sarebbe stato utile  denunciare, recuperare il danno, proporre soluzioni per gli esodati, dire che la riforma delle pensioni sarebbe stata rivista e che quella del lavoro sarebbe stata da cambiare? No, un silenzio tattico ( solo qualche accenno), che ha spinto quei nostri voti di sinistra verso Grillo.

Non è più tempo di tattica. Sia Bersani completamente di rottura. Continui l’azione che ha intrapreso con la elezione di Boldrini e Grasso. Spiazzi  il vecchio e stantio operare politico e soprattutto l'”artefice massimo” e quei personaggi del PD che, nonostante le loro fallimentari intuizioni politiche, hanno ancora l’ardire di parlare. Si presenti in Parlamento con un programma chiaro e condiviso dalla popolazione, che è il primo soggetto, affidi la gestione  a ministri, alte personalità, competenti. Nessun politico dentro, solo il presidente del consiglio come rappresentante. Chiami alle responsabilità. Altri abbiano il coraggio di bocciarlo. Nè giustificazioni, nè arzigogoli! Presenti poi Napolitano a noi il “suo governo”. Sarà ricordato per il suo comportamento antipopolare e per quello che è : un appartenente alla aristocrazia politica!

Ciro Gallo

Epistolario : Un giovane scrive…

13 Marzo 2013

…… Sinceramente non so quanto bene abbia fatto all’Italia il voto dei “Grillini”, perchè secondo me, in questo momento, la priorità del paese, per poter ripartire, è la stabilità politica e con questo Grillo è molto difficile ottenerla (non è disposto al dialogo,ai compromessi…cose che in questo momento servono..). Grillo è troppo radicale, vuole cambiare tutto e subito, la politica non è solo bianco o nero ( questo termine non mi piace tanto, forse sarebbe meglio dire che la politica non è solo nero o azzurro ). Per fare dei grandi cambiamenti bisogna essere più flessibili…questa cosa ce la insegna anche la storia con alcuni esempi ( forse un pò esagerati ma che rendono bene l’idea) : Lincoln che ha dovuto corrompere dei politici per far abolire la schiavitù o i politici di alcuni land tedeschi che non erano d’accordo con l’unificazione della Germania, che sono stati pagati il loro peso, in oro, per un voto positivo…..Comunque se l’Italia prima era una macchina che viaggiava con il freno a mano tirato, adesso è una macchina che viaggia per inerzia con il motore spento…questo è il risultato delle ultime elezioni.

Catalin

Morti senza sepoltura

12 Marzo 2013

Per anni non ho più preso in mano un libro di Sartre. Uno come me, con un non risolto esistenzialismo del proprio vivere, dovrebbe stare alla larga da queste letture.

Ma non sono le letture, non è Sartre a condizionare, a rendere la vita angosciante, ma gli avvenimenti del tuo quotidiano. La vita che ti sfugge,  che è gestita da altri. Da gente che decide di te senza conoscerti, che, dall’ “alto” delle sue concezioni, spesso pre-giudiziali, suffragate da una falsa, o da una non cultura, da soluzioni. Teoriche, universali, applicabili nei mondi del loro immaginario.

Questo compreso, cercando di capire il mio disagio, da poco mi sono riaccostato a Sartre. Solo alla lettura del teatro però.

Gran parte dei suoi drammi sono legati alla resistenza, quella dell’uomo contro le “prepotenze” e contraddizioni della coscienza, propria, degli emissari di Dio e di Dio stesso, e quella della lotta contro il nazifascismo.

Esiste in ognuno di noi la presunzione della concezione di un  “Bene Supremo” e dell’agire di conseguenza. Un bene superiore, metafisico, che però vogliamo attuare nel nostro mondo reale. Pretendiamo di adattarlo, farlo per forza stare nello spazio ristretto del vivere. Eliminiamo o nascondiamo le inevitabili contraddizioni. Sacrifichiamo persino gli uomini che stanno “lottando” con noi. Li consideriamo morti anche se vivi. Facciamo scomparire le loro sofferenze ai nostri occhi, perchè non ci turbino nel nostro “sacro” progetto. “Morti senza sepoltura”.

Nessuno di noi è esente da questo distruttivo afflato. Alcuni di noi nel doppio ruolo di attori e vittime, di giudici e condannati. Qualcuno però,  per propria naturale predisposizione o per acquisita cultura,  è stato ed è sempre giudice. Condanna, in nome di un ideale supremo, uomini a scomparire, li scotomizza. Per questo si costruisce una figura di alto profilo, di uomo sopra le parti, di moralità intangibile. Si consente di “negare” la democrazia di un voto immediato per il bene superiore e di dare incarichi funzionali al “Mercato”, perchè nella sua mente i due sono corrispondenti. Anche adesso, sotto una, solo apparente, neutralità, non prodiga alcuno sforzo per un governo politico, ma cerca, con ogni sofisticazione, di incaricare ancora un altro rappresentante di quella politica finanziaria che ha reso tanti uomini,”morti senza sepoltura” e di cui anche le forze di sinistra parlano mal volentieri.

Ciro Gallo

Il biglietto è stato pagato

11 Marzo 2013

Ora lo spettacolo deve essere all’altezza. Lo hanno pagato circa il 26% di elettori. Le piazze le ha riempite Grillo, e quello era uno spettacolo apparentemente gratis, un “voto di scambio” sui generis. “Io ti faccio una performance, ti urlo verità in uno spazio libero, ti faccio sentire parte di questo living theatre, ti canalizzo la rabbia, ti do finalmente l’impressione di contare e tu mi dai il voto. Non contano le realizzazioni delle verità ma solo la loro enunciazione. Vai a casa con la sensazione di “avergliele cantate”, con una certa speranzosa soddisfazione.”

Ora lo spettacolo/denuncia è finito, il biglietto è stato pagato, è il tempo del concreto. Si cerchi di risolvere i problemi degli italiani. Non si rinvii a rivoluzioni universali, all’attesa di “terze guerre mondiali”! Lo spettacolo reale deve essere all’altezza delle premesse, perchè gli eletti grillini, anche se decurtato, pigliano lo stipendio che noi paghiamo loro! Siano attori, non comparse, come li vogliono. Pupi siciliani.

Hanno ben capito i pupari ed i loro “nobel” supporters quali responsabilità hanno? I disoccupati, i precari, i pensionati, gli esodati sono in attesa!

Ciro Gallo

Epistolario da Buenos Aires.

4 Marzo 2013

Caro Domingo, spero voi stiate bene. Noi in spirito molto male. Viviamo, come paese, una situazione economica precaria ed una politica a limite del fascismo ( non quello dei manganelli). Resto sorpreso che l’autrice, Elena Llorente, dell’articolo di “Pagina 12”, che mi hai inviato, faccia solo una cronaca. Non dà informazioni necessarie per farvi capire il fenomeno Grillo. Sembra che scriva seguendo una sua simpatia personale.

Non si cambia un paese gridando verità,  senza un effettivo impegno per risolvere le contraddizioni che le sottendono. Chi grida tutti a casa , non vuole nessuno a casa , perchè a lui funzionali. Non avrebbe motivo di esserci, non ci sarebbe un Grillo se immediatamente quei tutti scomparissero. Vuole veramente cambiare le cose? Appoggi un governo Bersani. Dopo la fiducia al Senato, voti provvedimento per provvedimento . Non lo farà perchè tiene di più alla sua megalomania, al suo esercizio antidemocratico, alla sue decisioni di uomo solo al comando, al suo innato fascismo. Nessuna messa in discussione delle sue prese di posizioni. Ipse dixit!

Stupisce che una giornalista, di un giornale di sinistra, non abbia capito queste cose, che non le abbia almeno intuite , ella che viene da un paese che è stato martoriato dalla dittatura e che ha un passato di populismi. O forse i giornalisti argentini sono come quelli italiani ?! Incompetenti , superficiali , per partito preso ( molti dei nostri prezzolati). Ed un partito preso sembra il giudizio su Bersani, che è una persona seria, che non grida e che, a nostro parere, ha fatto un solo errore : quello di non aver marcato un effettivo spostamento a sinistra della sua coalizione . Non mi esprimo su Napolitano. Il mio giudizio su questo presidente è contenuto in vari articoli su altrapolis.com. Quanto a Dario Fò, cosi’ come per il presidente della repubblica, l’età accentua le caratteristiche di ognuno di noi, soprattutto il narcisismo del proprio essere!

Ciro Gallo