Archivi: Luglio 2012

Indietreggiare

30 Luglio 2012

Di fronte alla sofferenza del mondo puoi indietreggiare, hai il permesso di farlo e si accorda alla tua natura, ma forse proprio questo indietreggiare era l’unica sofferenza che avresti potuto evitare.

Franz Kafka

Era meglio morire da piccoli….

25 Luglio 2012

Ormai appare chiaro a chiunque. La democrazia rappresentativa( se di democrazia si tratta ) ha un limite grossolano: la ricerca del consenso, che , indispensabile in tale regime, condiziona scelte che spesso non coincidono con l’interesse dello Stato. E ciò in un regime ideale, in cui comunque il risultato finale della legislatura condiziona  in qualche modo la conferma o meno degli eletti a rappresentare.

In un regime tardo e corrotto come il nostro attuale, in cui i rappresentanti hanno preso definitivo possesso della loro posizione e la competizione elettorale serve di fatto soltanto a determinare chi avrà il potere decisionale , la ricerca del consenso è ulteriormente acuita dalla assoluta necessità di mantenere le posizioni raggiunte e con queste i relativi privilegi.

Questo è il motivo della necessità di un governo dei tecnici, che, liberato dalle pastoie della necessità di consenso, può finalmente portarci fuori dal guado.

Così finalmente il debito decresce, lo spread pure e cresce invece il PIL e con esso la ricchezza di tutti noi. Dobbiamo essere loro grati per il buon lavoro fatto! …

Mi dicono che forse l’orizzonte non è così roseo. Ma come? L’intervento è riuscito ma il malato è morto? A chi possiamo inoltrare regolare denuncia per risarcimento danni?

Era meglio morire da piccoli … e quel che segue.

Sans Atout

Portinai/portieri

20 Luglio 2012

I portinai/portieri non sono gente che brilla per apertura mentale. E’ il loro un mestiere che restringe la  visuale. Devono focalizzare, individuare, decidere istantaneamente chi è la persona che sta loro di fronte. Giorno dopo giorno questo atteggiamento diventa un habitus,  che poi impedisce loro di aprirsi, di non considerare sempre gli altri come sospetti. Fino al punto che si creano dei clichèes ai quali tutti devono corrispondere. Chi non rientra in essi è da fermare, interrogare e spesse volte trattare male.

Accadde un giorno, immediatamente dopo la mia laurea, di recarmi presso una rinomata clinica di Milano, per la frequenza, dopo essere stato accettato come tirocinante. Ricordo l’impressione che mi aveva fatto l’ospedale. Già dall’ingresso si vedeva la differenza con quelli completamente pubblici. Non androni rumorosi, con gente dietro la guardiola, discinta, sudata, con la barba di qualche giorno, rispondere distratta e non curante attraverso un microfono gracchiante, quasi mai comprensibile. No: ambiente silenzioso, moquette per terra. Fresco d’estate e  caldo d’inverno. Una guardiola a vetri, linda, un microfono funzionante. Ma… dietro la vetrata un portiere, con l’occhio da portiere, la mentalità da portiere, rivolgersi a me, giovane ex-sessantottino, anche se con i capelli corti e ben vestito, però con un sacco a strisce, di quelli che servivano agli studenti per portare i libri, e chiedermi quasi minaccioso: “dove va?, chi è lei ?”. Con timidezza  e risentimento per l’aggressione imprevista rispondo:”vado al terzo piano, al reparto di medicina, sono un medico.”  Sorpreso , quasi indispettito mi fa un cenno: “vada”. Poi in soprapensiero ad alta voce aggiunge : ” se quello è un medico!?!”. Si sbagliava: io sono diventato un buon medico.

Penso ora ai portieri dei ministeri, soprattutto a quelli del ministero del lavoro. Spero non abbiano cambiato mentalitàe che al passaggio della signora Fornero, dopo le “boiate”, possano tra sè e sè ad alta voce esclamare : “se quella è un ministro?!?” Non si sbaglieranno. Certamente ella non è un ministro e a nostro parere neanche un professore. Forse qualcos’altro….

PS. Quanto sopra è stato scritto prima  della bocciatura della mozione di sfiducia personale avversa al ministro e dell ‘abbaraccio di complimentazione della on. Concia del PD. Nulla però cambia.

Ciro Gallo

italia, con lettera minuscola!

14 Luglio 2012

Ci è capitata per caso in mano tale missiva, che riportiamo, indirizzata ad un medico . Di seguito una storiella come risposta.

In merito alla sua richiesta  si precisa che da disposizione dell’ Amministrazione il saldo RAR 2011 è stato pagato solo al personale in servizio al 31/12/2011.
Inoltre, siamo spiacenti comunicarLe, che non è possibile evadere la sua richiesta in quanto il suo saldo RAR 2011 è negativo di € 221,71, per i seguenti motivi:
– l’ importo spettante delle RAR per il periodo 1/01/2011 – 1/12/2011 è di € 2.056,17
– per effetto dell’ assenza di gg. 100 si riduce ad  € 1.432,39;
– poichè la valutazione riconosciutaLe dal responsabile della S.C. è pari al 50%, l’ importo diventa di  €  716,19;
– a novembre 2011 è stato erogato l’ acconto RAR 2011 di  €  937,90.

Si rimane a disposizione per eventuali chiarimenti.

Risposta

Caro signor xxx,  c’era una volta un medico,  noto per essere serio nel suo lavoro.  Che aveva come punto fondamentale della sua vita professionale il paziente.  Che convinto di questo e della sua preparazione non si piegava alla prima  testa di legno messa a capo da un potere clientelare.

Un giorno,  a questo medico,  gli si era eviscerato un paziente,  in mezzo al corridoio del reparto di degenza.  Pur non essendo un chirurgo,  il medico di cui sopra è riuscito con grande difficoltà a tamponarlo,  allertare i chirurghi che lo avevano precedentemente operato e inviarlo in pronto soccorso.  Il paziente,  destinato ad una morte  certa,  si è salvato.  Purtroppo,  nel momento in cui stava riposizionando in addome l’intestino,  il nostro medico  ha avvertito che qualcosa in lui non andava.  La notte stessa si è ammalato.  Nonostante ciòè andato a lavorare,  e per ben 4 giorni,  con la febbre.  Per farla breve si era preso una infezione da Citomegalovirus,  con successive complicanze.  Ecco spiegati  100 giorni di assenza per malattia.

Il medico aveva un direttore  che per motivi “arcani” era diventato capo.  Tale signore,  noto per il suo attivismo culturale,  la sua professionalità e la sua alta  produttività,  aveva un solo cruccio.  Soffriva molto la preparazione degli altri , anche quella del nostro medico.  Il quale,  anche se con molta educazione,  non si sottometteva ad impalpabili rappresentanti del nulla .  Questo creava irritazione,   perchè acuiva un disagio,  un certo senso di inferiorità.

I capi si sa,  soprattutto quelli che non contano,  sono usi a vendicarsi.  Al nostro medico era stata data la responsabilità di una struttura semplice.  Egli credeva che fosse stato un riconoscimento alla sua preparazione ,  alle sue specialità,  alla sua esperienza,  al suo curriculum insomma.  Invece no.  Si convinse,  un giorno,  che la concessione gli era stata fatta perchè molto amico di uno di CL.  Era stata questa una delle ragioni che lo avevano spinto ad accellerare l’andata in pensione.  Comunque.  Nel periodo del suo incarico aveva voluto dare dignità alla funzione che ricopriva .  Richiedeva quello che la legge ed il contratto di lavoro prescrivevano.

Normalmente chi ha un vero potere  non ha problemi a riconoscere quello degli altri, soprattutto se a lui subordinati. Diverso è per chi il potere lo avuto perchè cliente.  Non sapendo non solo gestirlo ma neanche concepire cosa sia , sbizzarrisce , si sente sminuito, cioè quel che è:  niente.  Cosi’ cerca di vendicarsi.  In quel caso usa il sottobosco di altri che come lui condividono la stessa situazione,  che siano clinici o amministrativi.

Al nostro medico erano toccati  colleghi di varia provenienza,  che,  per un motivo o per un altro,  non erano graditi nei reparti di origine.  Insieme erano riusciti,  con impegno e amicizia a costruire un team,  anche se con qualche distinguo, molto affiatato ed interessato al paziente.  Naturalmente il nostro medico aveva profuso tutta la sua forza,  capacità e preparazione.  Una cosa non era riuscito a fare,  dare una completa autonomia ai colleghi,  nei confronti di una autorità non autorità.  Questo è a loro servito perchè il non autorevole capo ha dato a loro giudizi superiori a quello dato al medico responsabile,  artefice del loro miglioramento professionale,  il quale ha avuto un giudizio minimo.  Agli inzi il nostro aveva cercato spiegazioni presso chi avrebbe dovuto vigilare sulla veridicità di quella valutazione.  Poi avendo capito che costui o costei,  nuovo o nuova dell’ambiente,  non lo conosceva nemmeno,  ha lasciato perdere.  A persone che neanche ti conoscono nè,  richeste di un parere,  si peritano di informarsi,  è lasciato in mano il tuo  destino!

Ora scopre che soldi a lui dovuti hanno risentito delle assenze per malattia,  presa in reparto,  e del giudizio di uno.
Vendetta è stata consumata.  Solo che il medico,  che non è mai stato un prezzolato,  dei pochi soldi se ne può… …
E chi la ha perpetrata,  la vendetta se la può tenere stretta nelle parti sue più nobili…. Egli e chi lo avvalla,  degni rappresentanti di questa italia ( con la lettera minuscola.)

Ciro Gallo