Ormai lo faceva da tempo. Era diventata una attività abituale di tutte le mattine. Talvolta, nei momenti più critici, anche più volte in un giorno.
Usava guanti lisci, perfettamente aderenti, non si fidava neanche dei polpastrelli. Temeva anche le piccole irregolarità di essi.
Preparava lo spazio, sgombrava il campo, poi avvicinava le mani circospetto, tastava, valutava la circonferenza ed il volume. Con movimenti lentissimi, delicati cominciava ad operare. Mai sicuro, sempre allerta. Non sudava per la difficoltà, ma il viso tradiva una certa sofferenza. Qualche sospiro ed un appena percettibile lamento. Si fermava. Rivalutava. Sempre attento, soprattutto quando la situazione gli sembrava più facile. Là si nascondevano le insidie, pensava, perché le dita involontariamente si sarebbero mosse più veloci, i movimenti più bruschi. Era in quei momenti, in quelle circostanze che si sarebbe potuto sfiorare la catastrofe. Ricominciava con movimenti vieppiù lenti, compassati, felpati con carezzevoli dita, fino alla fine. A risultato ottenuto tirava un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.
No, no, non disinnescava mine, ma si riduceva le emorroidi cercando di non farle sanguinare.
Comunque…faceva lo stesso mestiere!
25 ottobre 2024
Ciro Gallo