Un missile nucleare
viaggia nell’infinito della mente
liberando violenza
contro di me.
Resto interdetto,
agitato da un vuoto
che si verticalizza
fino a colpire
il vertice del mio cranio.
Guardo accanto a me
e non noto né siringa né cucchiaio.
Le gambe si allontanano dal tronco,
le braccia vestite di stracci
trasudano siero ed odorano di bruciato,
il cuore attonito
perde colpi e sobbalza
in un torace vischioso di medusa.
Veloci diretti deragliano
perforandomi i lombi
mentre anguille viscide e dolorose
si contorcono
nel mio ventre immacolato
di prostituta
per un orgasmo oblio
penetrato attraverso una vena.
La pelle raggrinzita
da un freddo che sa di scuro
si ritrae
imbottigliando un corpo
come un tessuto
mai prima lavato.
Gli occhi incespicano
in un tempo che pare non aver luce.
Spossato mi sdraio inerme
in un letto di polvere
1982-83
Ciro Gallo