Metamorfosi III, 138-252.
In noi risiede il divino
in tutte le sue
innumerevoli forme
ed infinite estensioni.
Perché un sì
crudele destino
Atteone
a te è stato serbato
ed i latrati e i denti
aguzzi non sei
riuscito a fuggire
per aver guardato
ammirato senza
idea di possesso
i piedi e le snelle
caviglie delle ninfe
e della dea,
le marmoree gambe
slanciate e i glutei
e le inguini lucenti nell’acqua
ed il monte di venere
ed il pube fecondo
alle nascite
ed il ventre rotondo
rappresentazione del
mondo e l’incavo
ombelico suo centro
e le areole delle
mammelle turgide
piene del primo
soave affetto
ed il viso splendente
e gli occhi lucidi
e lesti e le
chiome fluenti?
Merita quindi di essere
dilaniato dai cani
chi è preso da
sì tanta bellezza?
Forse punito sei
stato per aver
fermato l’eros sulle
creature del mondo
fissando in esse il divino.
16 maggio 2022
Ciro Gallo