Se la poesia possa assumere o prendere in prestito i caratteri descrittivi della prosa e restar sempre poesia.
Tuccino
era magrolino
e faceva il fascista
col suo pizzetto nero
che gli allungava
il mento,
assisteva lo zio
nelle pratiche legali
la gente dice
che desse assistenza
anche alla zia
bella lei era
come tutte le sue
sorelle
di un grigio voluto
i capelli
un viso perlaceo
con gli occhi celesti
ed una bocca sottile
chissà perché veniva
a vedere le partite
in quel campo sportivo
addossato al mare
a cui aveva rubato
la spiaggia lo stesso
cemento che aveva
sfrattato le barche
che là venivano
tirate in secco
dai pescatori.
La guardavo,
fantasie da adolescente
mi destavano il sole
ed il rumore delle onde
che vicino sbattevano e
lambivano il muro di cinta.
Saro
correva in campo,
imitava Gigi Riva
tirava di sinistro,
ci metteva impegno
la sua carriera
si è fermata ad
un provino a Policoro.
Sguardi distratti
io davo al campo
confuso da quel desiderio
che si ripeteva ad ogni
domenica pomeriggio.
Tuccino
non ha più il pizzo,
una immagine
dei miei ricordi
la zia,
Saro
non corre più
fa passeggiate nei boschi
ha smesso di fumare,
non nega di Riva
ma dice che
il suo idolo
era Del sol.
28 dicembre 2021
Ciro Gallo