Nella mia solitudine
io cerco colori
per vestirla
che almeno essa sia
vestita di nero brillante
e non del grigio
dei giorni in cui
interrogo i miei atti.
Ma che colore ha
il suono di questo
violino che ascolto
e che espande il
mio esser solo
ed accentua un desiderio
senza oggetto?
Ha un colore che
mi acquieta e mi
fa convivere con essa
senza sentirmi defraudato
di che non so
ma defraudato?
e se questo suono
facesse volare
gialle farfalle
a vestirla insieme
al verde del prato
dove si posano
come i fiori
dell’acetosella d’aprile?
Immobile in essa starei
vistito del celeste
dell’aria
senza alcun pensiero
di me.
17/18 ottobre 2021
Ciro Gallo