Per caso, per avventura.

19 Dicembre 2015

Non giorni passano senza che tu sia a me presente. Non un tu fisico ma incorporeo, immagine mentale concreta. Alla tua malattia io penso, perché essa tutti può colpire. Guardingo sto col passare degli anni, spiando ogni momento del mio essere. Conosco per mestiere ed attendo, sperando che non sia. Per caso, per avventura.

Immagino ed allontano il pensiero, a volte scuotendo brevemente la testa per scacciarlo. Non la paura mi lascia asistolico ma la ragione. Il buio prima e dopo e l’intermezzo transitorio. Si può affrontare la fine, ci si convince, ma gli attimi, i giorni che la precedono, la dipendenza, la salvaguardia della dignità?

Non usa più la casa. Le lenzuola sono ruvide, con lo stesso stemma e lo stesso odore. Uniformi senza più  una storia. Il tavolo, le sedie , le suppellettili  fredde, impersonali, non le tue. Gli sguardi degli altri, assenti, intrusi che scrutano, non curanti e pietosi nello stesso tempo, pronti a fuggire il solo sospetto di ugual sorte. I capelli disfatti, lavato a pezzi, una spugna che passa veloce su i tuoi genitali.  Mani non sempre carezzevoli. Si sforza il tuo pudore e si arrende. Tutto ti é estraneo.

Intensamente guardo alla tua oscurità , che é anche mia perché unica. Parole vorrei trovare per un tenue chiarore, ma esse non produrrebbero effetto. Sto zitto e scelgo il silenzio perché esso assomiglia ai tuoi pensieri e alla profondità  della tua solitudine. Niente potrà distogliere la fissità del suo sguardo.

Ciro Gallo