Qualche giorno fa mi e’ capitato di leggere un articolo delCorriere della sera sulla situazione greca. Di seguito anche qualche commento dei lettori. Non sono andato oltre il quinto o forse il sesto. Non potevo crederci, trasecolavo! Invettive contro un popolo che ha vissuto uno standard superiore a quello che la sua economia avrebbe consentito ( peraltro in modo non così dissimile dal nostro) e soprattutto la critica a uno stato clientelare che non fa pagare le tasse a chi dovrebbe. E allora: “Basta dare soldi a chi non li merita” “Smettiamo di gettare acqua in un contenitore bucato”, “ Perché dovremmo pagare noi i loro errori?”, “Troppo facile fare i rivoluzionari con i sodi degli altri”.
Ma come è possibile? Che colpa ha chi oggi non ha più da mangiare, se i precedenti governi greci non hanno saputo tutelarlo? Ma a prescindere da tutto ciò, chi siamo noi per giudicare? E se domani toccasse a noi? Non siamo poi così lontani. Curioso che ci lamentiamo di chi sta meglio di noi e poi ci comportiamo come loro con chi sta peggio. E’ come se avessimo dimenticato che le nostre tradizioni sono figlie e sorelle di quelle greche, che da noi esiste un liceo in cui si studia il Greco antico, che parte del nostro territorio si chiamava Magna Grecia, culla e fonte della cultura italiana ed europea. Come se avessimo dimenticato che tutto ciò ci affratella.
E se dunque siamo fratelli, comportiamoci come tali. “ Non si tratta soltanto di salvarli ora. Si tratta di mantenerli.” E allora? Possiamo permettercelo? Penso di si. Non penso possano costarci di più della attuale corruzione.
Ma forse non ho capito nulla. L’Europa non esiste. È soltanto un simulacro ideato e costruito per vincere una guerra senza armi e finalmente diventare padroni del continente.
A pensare male si fa peccato … Vabbè. Speriamo che l’inferno sia sopportabile.
Sans Atout