Quell’anno ero in vacanza in una piccola isola delle Egadi. Di giornali ne arrivavano pochi e subito si esaurivano. Quell’anno l’Inter stava comprando Nesta, la trattativa era ben avviata. Vincendo la spocchia dell’ “intellettuale” che scarta a priori i giornali sportivi, speravo , in quei giorni, di trovare una copia della gazzetta. Una di quelle mattine sono arrivato in ritardo al bar dell’hotel dove vendevano i giornali. Seduto però ad un tavolo un signore, senz’altro interista, agitava con entusiasmo il giornale, con il suo grande titolo a caratteri neri sul foglio rosa : “Nesta all’Inter”. Poi qualcosa di poco, anzi di tanto trasparente è accaduto. Si sono mossi i due “direttori di orchestra ” del calcio di allora e Nesta è finito al Milan. A noi era toccato Cannavaro. Niente di che mi dicevo. Noi abbiamo bisogno di gente combattiva, grintosa in difesa, e Cannavaro lo è. E’ stato molto meglio mi ripetevo. E cosi’ a mio parere è andata per il primo anno. La maglietta di Cannavaro la regalavo ad ogni piccolo fan dell’inter, come per spingerlo ad emularne la determinazione. Poi le cose cambiarono, Cannavaro cominciò a non giocare bene, a zoppicare, a farsi scappare facilmente l’avversario, a lasciare buchi da goals. Qualcuno cominciò a fischiarlo, ed io a difenderlo, dicendo che era infortunato, che non si poteva pretendere di più da uno che giocava in condizioni fisiche menomate. Ma io sono un ingenuo, e ne ho avuto conferma quando Fabio Cannavaro, dopo lunghi viaggi in macchina con il “famoso direttore d’orchestra”, è passato alla Juventus!
La prima volta che Mancini ha fatto esordire Mario, siamo rimasti impressionati dalla prestanza, dalla capacità di gioco, dalla naturalezza di puntare la porta ed andare in goal, dalla “sfrontatezza” nel calciare i rigori. Per noi non è mai stato Balotelli, solo Mario. Lo abbiamo coccolato, giustificato, difeso. Abbiamo avuto solo qualche perplessità davanti al gesto offensivo di togliersi la maglia e buttarla a terra, nella partita contro il Barcellona. Ma lo avevamo subito perdonato : “Aveva perso la testa”. Poi è andato al City. Ci era un pò dispiaciuto, avevamo però pensato che fosse meglio per lui andare a giocare nel campionato inglese e da un allenatore che lo aveva valorizzato e fortemente voluto. L’avremmo comunque guardato in televisione. Lo abbiamo seguito in ogni incontro del Manchester City. Ad ogni azione ad ogni suo goal esultavamo, chiamandolo ancora Mario, come fosse sempre dell’Inter. Giustificavamo qualsiasi sua esuberanza, qualsiasi “schiribizzo” dicendo : ” è giovane, è naturale”. Poi sempre più frequenti i “capricci”, i comportamenti non irreprensibili in campo, quelli fuori non li giudicavamo perchè inerenti alla sfera del privato, l’indolenza, le provocazioni, i falli, i litigi con i compagni. Restavamo confusi, interdetti, non sapevamo come spiegarli. Ci dispiaceva tanto per Mancini, che su lui aveva puntato e che per colpa sua è arrivato a rischiare l’esonoro. Ancora ingenui! Ora abbiamo capito. Sarebbe bastato far conto prima di chi è il suo “direttore d’orchestra”. Abbiamo capito bene: ” Balotelli al Milan come Cannavaro alla Juventus!”. Ma non era una mela marcia?!?. Ah si’, ma in una campagna elettorale si può affermare e rimangiarsi di tutto. Il padrone del Milan ci ha abituato, dice e smentisce quello che ha detto un attimo prima. Cosa vuoi che sia una smentita nella propaganda elettorale! La mela marcia serve come mossa elettoralistica.
A Balotelli, oltre l’ingaggio, sarà anche garantito, per farlo sentire a suo agio, il primo invito ad Arcore, quando inizieranno di nuovo, le “farse” i “burlesques”, le “feste” in villa. Dopo le elezioni però!
Che gli Italiani, milanisti e non, gliele rendano amare al cavalier magliaro nazionale!
Ciro Gallo