Oggi, come tutti gli altri giorni, mi è toccato guardarmi allo specchio. Oggi, differentemente dagli altri giorni, mi sono finalmente guardato e mi son visto. Non in maniera superficiale, solo per vedere la somiglianza con qualcuno. Con me , come gli altri vogliano che io mi veda o solo per scorgere tratti di mia madre o mio padre. Variabile, giorno dopo giorno diversa. Piacevole e accettata o respinta , come l’immagine ed il ricordo dei tuoi.
Oggi no, ogni particolare è risaltato. Il mio naso, le mie labbra tumide, i miei occhi tristi hanno una dimensione autonoma. Espressivi per sè, non solo nel complesso, come a manifestare qualcosa di nascosto, lontano, che lotta per rendersi evidente. E la mia fronte, il mio viso, con le loro rughe, una ad una rimarcate nel loro decorso. Orizzontali a percorrerla tutta , oblique a convergere sotto gli occhi. Scavate dalla sofferenza che mi porto dietro dall’infanzia, ora rese più profonde da una ingiustizia di classe che avevo dimenticato esistere. La serietà , l’impegno , la moralità, il merito , misconosciuti. I principi della distribuzione immutabili.
Oggi, come tutti gli altri giorni mi è toccato guardarmi allo specchio. Oggi, differentemente dagli altri giorni, il mio disprezzo è maggiore e la mia sopportazione al limite.
Ciro Gallo