Sacrificati all’altare di chi?

26 Ottobre 2012

E se fosse possibile odiare? E se fosse necessario farlo? A chi si chiede di essere politicamente corretto? A chi si chiede di essere per forza educato? Le buone maniere, il rispetto, la considerazione dell’altro sono azioni reciproche. Sono momenti paritari della vita dell’uomo. Ma e’ il destino degli uomini ( in questi nostri giorni) allo stesso livello? Non c’e’ invece differenza , al di la’ della normale fisiologia sociale? E questa differenza e’ casuale o e’ determinata? E allora  se e’ determinata c’e’ un soggetto che la determina. E se cio’ crea disparita’ dovremmo accettarla senza colpo ferire, come martiri senza un dio a cui appellarci? Sarebbe giusto di fronte ad una qualsiasi morale? Guardiamoci intorno e vediamoci come ci hanno ridotto, diseredati, a vivere in quartieri fatiscenti, zone di grandi cities finanziarie come villaggi poveri del Maghreb. Tristi, ugualmente vestiti (solo coperti) con gli orpelli del consumo dei loro introiti in mano. Mentre noi camminiamo, umidi, per strade lastricate di sporcizia, loro , all’asciutto, brindano con i proventi dei nostri sacrifici. E se decidessimo di togliere loro la forza lavoro, “la carne di porco”?

Forse oggi e’ il tempo dell’odio e dello scontro, che non vuol dire violenza ma disprezzo e resistenza, avversione ai canoni sociali della loro ricchezza.

Sacrificati all’altare di chi?

Ciro Gallo