Ci sono professioni e, all’interno di queste, gruppi di professionisti che hanno altrettanto valore di quanto ne abbia l’avvocato ministro Severino. Senz’altro un superiore valore sociale, e non guadagnano 6/7 milioni di euro l’anno. Anzi, i loro stipendi sono ridicoli e le loro pensioni irrilevanti, anche se migliori di quegli degli operai.
Paola è una di questi professionisti. Di grande preparazione e moralità, acquisite in anni di ricerca in Gran Bretagna e Stati Uniti. In Italia non conta. Ad oltre quaranta anni è precaria in un piccolo paesino sperduto del meridione. Cardiologa, subordinata, anche nel destino lavorativo, a gente che tanto meno di lei sa. Quando si dice il merito!
Da lei riceviamo questo scritto di Giudice Elbert P. Tuttle e pubblichiamo. Nessun orgoglio a noi che viviamo quanto sotto. Ce ne viene solo profonda tristezza.
Ciro Gallo
Chi è il professionista. Giudice Elbert P. Tuttle, Sr., 1957
Il professionista è, in essenza, una persona che garantisce un servizio. Il servizio che egli rende è però più importante di quello reso da un artigiano, anche dell’artigiano più esperto.
E’ un servizio che trae origine da tutto l’insieme della sua personalità. Anche se è vero che vi può essere la mediazione di alcune tecniche specializzate o altamente sviluppate, il loro modo di essere espresse è il frutto dell’essenza della personalità del professionista. Il servizio reso dal professionista, nella sua essenza vera, non può essere separato dal suo essere persona. Egli non ha mercanzie da vendere o terre da coltivare: il suo solo avere è la sua persona. Da ciò deriva che non vi può essere giusto prezzo per il suo servizio: quanto vale una porzione della credibilità di un uomo? Se egli non ha la qualità dell’integrità, non ha valore; se invece la possiede, è senza prezzo. Il suo valore è proprio nulla o infinito.
Non cercate quindi di fissare un prezzo per voi stessi, non riportate i vostri servizi professionali su di una scala commerciale per dire “solo questo per questo”. Non avvilite voi stessi uguagliando l’essenza del vostro spirito al suo valore di mercato. Non siate avari, non nascondete i talenti, le abilità e le conoscenze, ai colleghi o nei vostri rapporti con clienti, pazienti o comunità. Siate invece magnanimi e prodighi, riversando il vostro talento verso coloro a cui può essere utile. Regalatelo, sprecatelo, poiché è nella sua diffusione che può essere utile. Non abbiate paura di fare passi falsi, o di regalare un piccolo pezzo di quello che avreste potuto vendere. Non censurate i vostri pensieri per guadagnarvi una notorietà più vasta. Come l’amore, il talento è utile solo se viene speso, ed è senza fine. Certamente l’uomo deve mangiare, quindi decidete quale è il prezzo del vostro servizio. Ma non confondete mai l’atto medico, che è di per sé grandioso, con il suo compenso, sia esso in moneta, potere o gloria, che è invece triviale.
Giudice Elbert P. Tuttle, Sr., 1957